Il Gemelli si conferma primo in Italia per Ginecologia e Ostetricia

Ospedale romano eccelle anche per Gastroenterologia e Pneumologia

Dopo essersi confermato al primo posto tra i migliori ospedali italiani, per il quarto anno consecutivo, nella classifica World’s Best Hospitals di Newsweek, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs aggiunge altre medaglie d’eccellenza al suo palmarès per specialità, nel ranking dei World’s Best Specialized Hospitals 2025, appena pubblicato. Anche quest’anno, l’ospedale romano si conferma primo in Italia per le specialità Ginecologia e Ostetricia (quest’anno balzata al quarto posto della classifica mondiale, dopo aver esordito lo scorso anno al settimo posto), Gastroenterologia (che consolida la sua posizione all’ottavo posto nel mondo) e Pneumologia.

Sia la Ginecologia che la Gastroenterologia del Gemelli, secondo questa classifica, sono inoltre prime tra i Paesi dell’Unione Europea. Di rilievo anche il secondo posto in Italia dell’Endocrinologia e della Neurologia e il terzo posto dell’Oncologia, della Cardiologia e dell’Ortopedia. I risultati della classifica 2025, pubblicati oggi, sono stati accolti con grande soddisfazione dai vertici del Policlinico Gemelli e dagli artefici di questo successo internazionale.

“Il risultato ottenuto dalla Ginecologia e Ostetricia del Gemelli nella classifica World’s Best Specialized Hospitals 2025 – afferma il professor Giovanni Scambia, Direttore scientifico del Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs, ordinario di Ginecologia all’Università Cattolica – ci gratifica molto perché premia la nostra volontà di essere sempre all’avanguardia da un punto di vista tecnologico, di riservare grande attenzione agli aspetti organizzativi della nostra struttura e, allo stesso tempo, di curare molto il rapporto con le nostre pazienti. Tutto questo rende la Ginecologia del Gemelli un dipartimento davvero ‘paziente-centrico’. Un concentrato di tutta l’innovazione possibile, mai disgiunta però da una estrema attenzione all’umanizzazione delle cure”.

“Questo straordinario risultato – sottolinea il professor Antonio Gasbarrini, direttore Uoc Medicina Interna e Gastroenterologia del Policlinico Gemelli Irccs, Preside della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica – è frutto dell’impegno costante del nostro team multidisciplinare di esperti in malattie gastrointestinali, del fegato e del pancreas nel fornire cure di eccellenza, innovazione nella ricerca e attenzione alla centralità del paziente. Essere tra i primi dieci centri a livello mondiale rappresenta un motivo di grande orgoglio non solo per il nostro Cemad-Centro Malattie dell’Apparato Digerente, ma anche per l’Italia, che si conferma un paese leader nel campo della medicina. Questo traguardo è importante anche a livello internazionale, poiché dimostra come un approccio interdisciplinare, tecnologicamente avanzato e incentrato sulla persona possa portare a risultati d’eccellenza, offrendo speranza e cure innovative ai pazienti di tutto il mondo”.

“Siamo orgogliosi della conferma del Policlinico Gemelli ai vertici delle classifiche internazionali per diverse specialità – commenta il professor Marco Elefanti, Direttore Generale di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS-. Ma l’eccellenza dell’offerta di assistenza ai nostri pazienti si declina attraverso tutte le 12 specialità che prende in considerazione questo ranking. Il nostro è un grande lavoro di squadra, trasversale a tutte le aree mediche e ai servizi, che tutti insieme contribuiscono a produrre eccellenza. E a fare del Gemelli il ‘miglior ospedale d’Italia’ da quattro anni consecutivi, secondo questa classifica internazionale. È un riconoscimento della qualità dell’offerta, che ci viene attributo ogni giorno dalle migliaia di persone che da tutta Italia e anche dall’estero scelgono il Gemelli per curarsi. Un vanto per il Servizio Sanitario della Regione Lazio di cui il nostro Policlinico è parte integrante”.

Newsweek in partnership con Statista, una piattaforma di intelligence di dati globali ha appena reso noto il ranking delle migliori specialità ospedaliere al mondo. La classifica, giunta alla quinta edizione, è frutto di un’indagine internazionale relativa a 12 campi specialistici: cardiologia, cardiochirurgia, endocrinologia, gastroenterologia, neurologia, neurochirurgia, pediatria, pneumologia, ostetricia e ginecologia, oncologia, ortopedia e urologia.

Fonte: askanews.it

Reddy, il digital health coach italiano, emerge come progetto innovativo

Nell’era digitale, sempre più italiani si affidano a “Dottor Google” per cercare informazioni su come seguire una dieta sana, organizzare un programma di allenamento o trovare ricette leggere e veloci. I dati parlano chiaro: il 91% degli italiani utilizza dispositivi tecnologici per informarsi su alimentazione, stili di vita sani e pratiche di sostenibilità alimentare (Fonte: Trend Radar realizzato da Samsung in collaborazione con Human Highway).

Questo fenomeno evidenzia come la tecnologia sia diventata un alleato per il benessere, consentendo agli utenti di accedere rapidamente a una vasta gamma di contenuti ed informazioni. Tuttavia, sebbene Internet offra una mole infinita di dati, navigare nel “mare magnum del web” può presentare delle insidie. Gli utenti possono facilmente imbattersi in dati e notizie contrastanti e non sempre attendibili, rendendo difficile discernere tra i consigli validi e quelli fuorvianti. Questa situazione è ulteriormente complicata dalla varietà di esigenze individuali legate all’alimentazione e all’attività fisica, dove un approccio “taglia unica” potrebbe non soddisfare le necessità personali di ognuno.

Per affrontare queste sfide, è fondamentale affidarsi a fonti di informazione verificate e accreditate. In questo contesto Reddy, l’assistente virtuale sviluppato sull’app Melarossa, si propone come una soluzione efficace. Grazie all’integrazione con l’intelligenza artificiale, Reddy è in grado di offrire risposte chiare e personalizzate a chi desidera migliorare il proprio stile di vita e la propria salute. Basato su un ampio database di oltre 4.000 articoli e ricette scritti da nutrizionisti, dietologi e altri esperti del settore, Reddy garantisce informazioni precise e suggerimenti su misura per le singole esigenze degli utenti.

Che si tratti di seguire una dieta vegetariana, gestire intolleranze alimentari o semplicemente migliorare la qualità della propria alimentazione, Reddy è in grado di rispondere a una vasta gamma di domande e necessità. Gli utenti possono trovare facilmente ricette partendo dagli ingredienti disponibili a casa o scegliere il tipo di allenamento più adatto in base al tempo a disposizione. Inoltre, per utenti attivi sull’app Melarossa, Reddy rappresenta un assistente digitale che li supporta nella gestione quotidiana della dieta e dell’attività fisica, aiutandoli a fare scelte consapevoli e salutari.

Ma Reddy, non si limita a fornire informazioni. Disponibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7, funge da coach, aiutando gli utenti a mantenere alta la motivazione e a rimanere concentrati sui propri obiettivi di salute e benessere. L’utilizzo è facile ed intuitivo e riservato agli abbonati: basta porre una domanda nell’app e ricevere risposte dettagliate in pochi secondi, il che facilita notevolmente la vita di chi cerca di migliorare il proprio benessere.

Inoltre, l’interfaccia è progettata per essere user-friendly, senza la necessità di complesse funzionalità. Gli utenti possono dunque eliminare lo stress della ricerca online e fare scelte alimentari più consapevoli e salutari.

Con il lancio di Reddy, Melarossa fa un passo decisivo verso la digitalizzazione della salute, rendendo l’assistenza personalizzata più accessibile che mai. Inoltre, si distingue come la prima nel suo settore ad offrire un assistente virtuale di questo tipo, ponendo così un importante traguardo nel supporto nutrizionale e nella gestione del benessere. Che si tratti di migliorare le proprie abitudini alimentari o trovare una routine di fitness adatta, Reddy rappresenta un supporto per tutti coloro che desiderano prendersi cura della propria salute in modo pratico e informato. Oltre a facilitare l’accesso ad informazioni puntuali ed accurate, potrà contribuire a creare una comunità di utenti più consapevoli e responsabili nei confronti della propria alimentazione e del proprio benessere.

Fonte: askanews.it

Studio coordinato da Iss in tre consultori a Torino, Roma e Padova

Sostenere il benessere emotivo delle neomamme, contrastando i sintomi della depressione post partum con un intervento semplice quanto efficace: il canto di gruppo. É l’obiettivo dello studio “Music and Motherhood” promosso dall’Ufficio Regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha visto la partecipazione di tre Paesi, tra cui l’Italia col coordinamento dell’Istituto Superiore di Sanità.

Attraverso un ciclo di 10 incontri di canto di gruppo settimanali realizzati nei consultori familiari di tre Asl a Torino, Roma e Padova, – spiega l’Iss – si è dimostrato il valore espressivo del canto, che ha aiutato le madri con sintomi di depressione post partum a migliorare il proprio stato emotivo, fornendo uno strumento di interazione con il bambino. Inoltre, il canto di gruppo ha mostrato di contribuire a de-medicalizzare il processo di cura, favorendo l’utilizzo di risorse non sanitarie presenti sul territorio. I risultati dello studio sull’implementazione dell’intervento sono stati pubblicati qualche giorno fa sulla rivista “Frontiers in Medicine”.

L’Iss ha coordinato lo studio italiano svolto nel 2022-2023 puntando sui consultori familiari, da anni impegnati nella promozione e tutela della salute mentale della donna in gravidanza e nei primi mesi dopo il parto. Sono proprio i consultori familiari che, in molte Regioni, offrono lo screening per il riconoscimento precoce della depressione post partum e il colloquio psicologico clinico con finalità diagnostiche in caso di un sospetto disagio psicologico in gravidanza o in puerperio. Tuttavia uno studio nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità ha documentato nel 2019 che solo il 60% delle strutture ha le risorse di personale necessarie ad offrire un trattamento alle donne con sintomi depressivi.

Ad essere coinvolti nella ricerca, la prima esperienza italiana di implementazione multicentrica di un intervento di arte e salute con prove di efficacia, sono stati i consultori di Asl Città di Torino, Aulss 6 Euganea e Asl Roma 2. Presso ciascuna Azienda sanitaria è stato realizzato un intervento di canto di gruppo di 10 settimane condotto da un insegnante di canto, supportato da un professionista sanitario del consultorio familiare, a cui complessivamente hanno partecipato 23 neomamme con sintomi di depressione post partum.

“Il canto – sottolinea Ilaria Lega, Reparto Salute della donna e dell’età evolutiva, Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell’Istituto Superiore di Sanità – ha aiutato le neomamme ad esprimere i propri sentimenti, a trovare strategie per migliorare il proprio stato d’animo e l’interazione con il bambino. É stato possibile, inoltre, coinvolgere anche donne straniere con padronanza linguistica non sufficiente per essere avviate alla psicoterapia in italiano. L’attenzione alle esigenze delle madri e la co-presenza di un insegnante di canto e di un operatore sanitario sono stati tra i fattori chiave del successo del progetto nella sua declinazione italiana. A testimonianza di quanto emerso dalle analisi svolte dall’Iss, non ci sono stati rifiuti né abbandoni fra le donne avviate all’intervento e l’aderenza all’intervento è stata molto elevata: il numero medio di incontri frequentati dalle mamme è stato di nove su dieci”.

Alla luce del successo di questa prima esperienza, nell’ambito del bando ricerca indipendente Iss 2023 è stato finanziato un progetto pilota, attualmente in corso, volto a sviluppare la versione italiana dei materiali necessari alla realizzazione dell’intervento nel nostro Paese. Questi includono un manuale e un training rivolti a insegnanti di canto e professionisti sanitari coinvolti nell’implementazione, che nel progetto coordinato dell’OMS Europa erano stati resi disponibili in lingua inglese, rappresentando di fatto una barriera alla diffusione dell’intervento su larga scala.

I materiali sviluppati saranno la base per realizzare ulteriori edizioni dell’intervento di canto di gruppo per neomamme con sintomi di depressione post partum nei consultori familiari interessati a sperimentare questa opzione terapeutica a partire dal primo trimestre del 2025.

Fonte: askanews.it

Ricerca di mercato GFK e Fondazione Istituto Danone

Sempre più italiani integrano le proteine animali con quelle vegetali. Il motivo? Per il 74% è anzitutto per salvaguardare la propria salute. E’ quello che emerge da un’analisi di GFK sulle abitudini alimentari degli italiani, presentato nel corso dell’evento odierno promosso da Fondazione Istituto Danone in occasione della sua ultima pubblicazione dal titolo “Transizione proteica: varietà nelle scelte alimentari per la salute umana e del pianeta”.

Un documento che raccoglie i contributi provenienti dal mondo scientifico e che rivela alcuni dati molto interessanti per la nostra salute. Le indicazioni degli esperti suggeriscono che l’alternanza delle proteine animali con proteine vegetali nell’ordine del 3% dell’energia complessiva comporterebbe una diminuzione della mortalità per tutte le cause del 10%. Il consumo di proteine vegetali, oltre al contributo di amminoacidi, fornisce infatti fibre e componenti bioattive che concorrono ad uno stile di vita complessivamente più sano. Motivi di salute che spingono i consumi, dunque, secondo i dati GfK: il 69% degli italiani al momento della spesa sceglie un alimento di origine vegetale.

Non sorprende pertanto che tra le Top 15 categorie per trend di occasioni di consumo rispetto al 2019 si classifichino al primo posto le bevande vegetali. Seguono le uova, la pizza e le verdure,. Dati che registrano un trend in atto da anni: dal 1995 a oggi, gli italiani che seguono la dieta mediterranea sono cresciuti dal 52% al 61%. Proprio da quest’ultima origina quella che oggi si definisce dieta “flexitariana”, che prevede una maggiore assunzione di frutta, verdura, cereali integrali e legumi, particolarmente utili alraggiungimento della quantità e qualità di proteine necessarie al fabbisogno giornaliero. Una nuova modalità di definirsi onnivori, che porta con sé vantaggi già comprovati dai dati scientifici. A cominciare dall’effetto positivo sul peso corporeo e dai benefici nella riduzione di grassi saturi e colesterolo, tipicamente poco presenti in questo tipo di dieta.

Un approccio salutista, quindi, che deve richiamare l’attenzione del legislatore affinché l’acquisto di tali alimenti venga incoraggiato. A guidare le nuove scelte alimentari, però, non ci sono soltanto esigenze nutrizionali, per quanto siano le più rilevanti. Lavolontà di integrare proteine vegetali , infatti, è spesso spiegata anche da fattori etici: il 74,7% degli italiani, per esempio, afferma di prendere in considerazione la sostenibilità ambientale dietro ai propri acquisti (la media mondiale è del 55%).

“Anche nel mondo alimentare si palesa una questione generazionale. Le fasce più giovani, infatti, sono tendenzialmente più attente a cosa consumano, all’origine del prodotto, all’impatto che esso può avere sulla propria salute e sull’ambiente. Ciò porta alla nascita di nuovi trend, che vedono protagoniste le proteine vegetali alternarsi con quelle di origine animale. L’alimentazione a base vegetale non è da considerarsi una moda, ma una realtà che già modifica le abitudini in tavola”, ha dichiarato Fabrizio Gavelli, presidente di Fondazione Istituto Danone.

“Quello che rimane da capire, però – ha aggiunto – è se il Paese sia pronto ad affrontare questa particolare transizione agricola, che richiede visione ed investimenti: c’è infatti un tema di economicità di approvvigionamento delle materie prime che non può essere sottovalutato. Le istituzioni devono approcciare al tema con una consapevolezza più netta del fenomeno, intervenendo anche a livello fiscale, come suggerito da prestigiosi interventi degli esponenti del mondo scientifico, per avere un impatto positivo sui consumatori che hanno a cuore la loro salute”.


Fonte: askanews.it

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